Luoghi sacri in Giappone

Così come noi italiani possiamo vantare un patrimonio artistico costituito in gran parte da chiese, basiliche, cappelle e altri edifici di tipo religioso, anche il popolo nipponico ha un certo numero di edifici destinati ai vari culti, sparsi su tutto il suo territorio.
Quello che però differenzia i due paesi è che gli edifici religiosi giapponesi non appartengono ad un’unica dottrina come qui da noi, ma si dividono principalmente tra buddismo e shintoismo.
Durante un classico viaggio nella terra del sol levante è impossibile non imbattersi in un santuario shintoista o in un tempio buddista: sono praticamente ovunque e molti di loro rappresentano famose attrazioni che potreste trovare in qualsiasi itinerario consigliato.
Come fare a riconoscere un tempio da un santuario?
Vi sono alcune caratteristiche che vi consentiranno di capire che tipo di edificio vi trovate di fronte, andiamo a vedere quali.
Santuari shintoisti
L’edificio principale per il culto shintoista è il santuario, detto Jinja (神社).
Il santuario è nella maggior parte dei casi un luogo sacro dove sono presenti varie costruzioni anche di tipologie differenti (come templi, statue, ecc) che indicano un legame tra il terreno e la divinità (kami) che dimora nei dintorni.
I santuari più vecchi venivano istituiti presso dei luoghi naturali considerati sacri, come grotte o montagne, costruendovi un altare che prevedeva una fune intrecciata (detta “shimenawa”).
Di solito si accede al santuario passando sotto un portale detto “Torii”, con la sua forma caratteristica di arco, data da una grande asse orizzontale appoggiata sopra due pilastri, spesso dipinti di rosso (famossisimi quelli che formano un lungo percorso al Fushimi Inari di Nara).
Attenzione: in Giappone non è da escludere la presenzea di templi buddisti all’interno di un santuario shintoista, un posto dove potrebbero mischiarsi le caratteristiche delle due dottrine!
Una volta entrati, ci si può purificare presso un chioschetto (detto Chouzuya) dove è possibile sciacquare mani e bocca, versandosi dell’acqua mediante un mestolo (normalmente non si beve, anche se alcuni lo fanno, spesso i turisti!).
Nell’area del santuario è presente lo Shamusho, un locale dove solitamente vengono gestite tutte le attività organizzative della struttura ma che può anche comprendere gli alloggi per i sacerdoti e i vari sportelli per il pubblico, dove per intenderci potete acquistare i vari amuleti portafortuna (i famosi “omamori”, o “shinsatsu”).
In alcuni santuari è anche presente una zona con tante tavolette di legno appese (dette “ema”) su cui vengono incise delle preghiere/desideri dai vari fedeli che spaziano da argomenti come gli auguri di buona guarigione per se o per parenti/amici, richieste di superamento di esami o colloqui di lavoro o frasi scaramantiche su unioni amorose.
I Komainu sono i caratteristici “cani-leoni” di pietra, che fanno da guardiani ai luoghi sacri dello shinto: in alcuni santuari tipici, la statua raffigura altri animali (ad esempio: volpi o procioni). Per esempio, al Fushimi Inari di Nara (il più grande e famoso santuario shintoista del Giappone), oltre a trovare un’infinità di torii che creano suggestivi percorsi attraverso la collina, vi imbatterete in moltissime statue di pietra raffiguranti delle volpi, l’animale sacro per tale luogo.
Templi buddhisti
Un tempio (plurale: templi), detto “Tera” (come in Kiyomizu-Dera) o “Ji” (come in Todai-Ji) 寺, è l’edificio principale per il culto del Buddhismo.
Ricevendo molte influenze dalla Cina e dalla Corea, le sue caratteristiche architettoniche possono variare molto in base alla sua data di costruzione e alla posizione geografica.
Normalmente il tempio ha forme più elaborate e colorate rispetto alla sua controparte shintoista.
Anche i templi buddhisti hanno portali d’ingresso (detti Mon), ma sono diversi da quelli shintoisti, in quanto sono delle strutture piuttosto complesse, di solito con un tetto e possono avere colonne e decorazioni come lanterne, statue o altro.
All’interno del tempio di solito si trova l’edificio principale che ospita la sala per il culto buddhista (che può avere diversi nomi, es: Kondō, Hondō, Butsuden o Butsudō), dove generalmente si trova la statua del Buddha.
Nel terreno dove sorge il tempio vi possono essere diversi padiglioni (detti “in”), ciascuno adibito a particolari funzioni. Inoltre, siccome gli stili di Buddhismo sono tanti, all’interno di questi templi possono trovarsi alcuni elementi, piuttosto che altri.
Per esempio, oltre a questo locale possiamo trovare la pagoda (detta “to”), con la caratteristica struttura a più tetti sovrapposti, che solitamente termina con una punta piena di anelli.
Oppure possiamo trovare delle statue del Buddha, per esempio è famosa la grande statua di Kamakura.
Visto che il tempio è un luogo religioso, ricordatevi di osservare le buone maniere quando lo state visitando, cominciando prima di tutto dal silenzio.
Se vi capiterà di visitare un tempio in Giappone, noterete che a far rumore saranno quasi sempre e solo i turisti.
Poi è importante togliersi le scarpe quando si entra nella struttura principale, lasciandole all’esterno o tenendole a mano.
Sempre all’interno della struttura principale trovate le statue che sono sacre e il più delle volte non possono essere fotografate (ma ci saranno degli espliciti cartelli in questo caso).
Una curiosità
Nelle mappe giapponesi, i templi buddhisti sono sempre stati contrassegnati con un simbolo che rappresenta una svastica, niente paura: non c’è nessuna connessione con il nazismo!
Il Manji, il simbolo a forma di svastica, è un simbolo innocuo che è sempre stato legato a questa tradizione e lo si può trovare anche come ornamento dei templi stessi. Il simbolo del partito nazista è uguale ma appare capovolto.
Quello che più mi colpisce di questi luoghi è il contrasto che creano con la modernità di questa nazione. In molte foto di paesaggi giapponesi si possono trovare templi o santuari, magari in mezzo al verde, con i futuristici grattacieli cittadini sullo sfondo. E’ proprio questo che mi piace del Giappone, un paese vecchio e nuovo allo stesso tempo, un paese ricco di contrasti.